Per la cessione di terreni agricoli senza le agevolazioni per i coltivatori, si prospetta l’imposta di registro al 15%
Tra le novità che emergono dal disegno di legge di stabilità pubblicato in questi giorni sui quotidiani, spicca il rispristino dell’aliquota del 15% per l’imposta di registro applicabile ai trasferimenti immobiliari di terreni agricoli, posti in essere senza le agevolazioni spettanti ai coltivatori ed agli imprenditori agricoli professionali.
Se venisse confermato il testo dell’art.68 del DDL, si avrebbe dunque l’innalzamento di tre punti percentuali dell’imposta di registro (dall’attuale 12% al al 15% e con un minimo di 1.000 Euro) per i trasferimenti a titolo oneroso di “terreni agricoli e relative pertinenze a favore di soggetti diversi dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale.
La disposizione in sostanza annullerebbe gli effetti della riforma dell’imposta di registro entrata in vigore il 1° gennaio 2014, innalzando il carico fiscale (riforma di semplificazione che aveva ridotto a tre le aliquote del tributo).
L’imposta proporzionale attualmente si applica a tutti gli acquirenti diversi dai coltivatori diretti iscritti alla relativa gestione previdenziale ed assistenziale e dagli imprenditori agricoli professionali (IAP) iscritti alla relativa gestione previdenziale ed assistenziale, ai quali spetta invece l’agevolazione dell’imposta di registro fissa di 200 Euro.
Il DDL al momento non prevede alcuna modifica per le imposte ipotecaria e catastale, che continueranno ad applicarsi nella misura fissa di 50 euro ciascuna.